Parrocchia di Briosco

Chiesa dei Santi Ambrogio e Vittore

Dal Liber notitiae Sanctorum Mediolani, un elenco di chiese della diocesi di Milano compilato da Goffredo da Bussero nel 1289, sappiamo che a quel tempo a Briosco c’erano quattro chiese, dedicate a San Vittore, a Sant’Ambrogio, a San Gregorio e a San Maurizio. Un’altra chiesa, dedicata a San Michele, esisteva nel castello. Si ha notizia anche, in tempi successivi, di una chiesa detta di Santa Maria nel monastero delle Umiliate, documentata almeno dal 1451. Più di due secoli dopo un altro luogo sacro si aggiunse a quelli già nominati: l’oratorio dedicato a San Giuseppe fatto costruire nel 1669 da Barnaba Secco, allora proprietario dell’attuale villa Medici Giulini.
La presenza di sacerdoti a Briosco è attestata fin dal XII secolo. Un documento del 1192 ci dà notizia di un sacerdote che da Briosco si recava ad Arosio, secondo alcuni testimoni locali, per celebrare nella chiesa di San Nazaro quando mancava il sacerdote. Ma una documentazione sicura sui rettori (così si chiamavano allora i parroci) brioschesi, grazie alle ricerche archivistiche di Antonio Viganò, si comincia a trovare all’inizio del XV secolo, in relazione a quello che ad oggi si può considerare il primo parroco (“rector”) di Briosco. Alcuni documenti, distribuiti tra il gennaio 1402 e il novembre 1404, ci parlano del sacerdote Pagano Piantanida come «beneficialis et rector ecclesiarum loci de Brioscho».
Se l’attuale chiesa parrocchiale di Briosco è dedicata ai santi Ambrogio e Vittore, sappiamo che nel passato non era così, perché ai due santi erano dedicate due diverse chiese del nostro paese. La chiesa di Sant’Ambrogio si trovava all’incirca dove sorge la chiesa attuale; in origine doveva essere la piccola chiesa del castello del villaggio medioevale, poi fu proprio qui che venne trasportata la parrocchia dall’altra chiesa, quella, appunto di San Vittore, che sorgeva dove sorge oggi la chiesa di Santa Elisabetta. Sembra abbastanza logico pensare che, essendo sempre più abbandonata e cadente l’antica chiesa di San Vittore (San Carlo la trova quasi in rovina), si sia pensato di trasferire la sede della parrocchia nella chiesa di Sant’Ambrogio.
Quando san Carlo, cavalcando una mula, come suo solito, giunge in visita pastorale a Briosco, il 1° settembre 1578, trova la chiesa informe, a causa dei lavori in corso; tuttavia, proprio la parte più antica, quella verso la piazza, era coperta con tegole e officiata. Risale al 1577 il disegno del progetto della chiesa allora in costruzione. La parrocchia aveva già una buona organizzazione, tanto che si esercitava la Scuola della Dottrina Cristiana ed erano attive ben quattro confraternite, quella della Beata Vergine Maria, quella del Corpus Domini (con ben 112 iscritti) e quella dei Disciplinati. Si tenga conto che a quel tempo gli abitanti di Briosco erano circa 400.
L’arcivescovo Federico Borromeo giunse in visita a Briosco nel settembre del 1606 e lasciò alcuni decreti, tra cui quello che ordinava di «decorare l’altare maggiore con immagini sacre che illustrino la vita e il martirio di san Vittore e la vita di sant’Ambrogio». Oltre all’altare maggiore, negli atti vengono descritti i due altari laterali, quello dedicato a san Carlo, che prima era dedicato a santa Caterina, e quello della Beatissima Vergine del Santissimo Rosario, sulla parete settentrionale. La bella statua lignea della Madonna che vediamo oggi è molto più recente; opera del milanese Giuseppe Nardini, fu donata nel 1901 dalla signora Angela Cattaneo.
Quando, il 29 maggio 1759, l’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli visita Briosco, la chiesa parrocchiale non era molto diversa da quella vista 150 anni prima da Federico Borromeo; un’unica navata con l’altare maggiore all’estremità orientale dell’edificio, separato dal corpo della chiesa da un cancelletto in ferro e da una balaustra di marmo. La torre campanaria, a cui si accedeva dalla chiesa, era di forma quadrata e aveva tre campane, la seconda delle quali batteva le ore, segnate anche da un orologio posto su un lato del campanile.
Nella seconda metà del Settecento si rese necessario intervenire sul tetto e sulla soffitta della chiesa, che rischiava di crollare. Nel 1777 furono rifuse le campane, due delle quali erano ormai inservibili.
Fu don Teodoro Re, che resse la parrocchia dal 1784 al 1812, a prendere l’iniziativa di ingrandire e abbellire la chiesa parrocchiale. Egli mise mano al progetto del rifacimento totale della parte a est della chiesa, comprendente il presbiterio, l’abside e la sacrestia. Forte dell’appoggio della popolazione e del conte Ildefonso Attendolo Bolognini, il parroco ottenne il permesso dal ministro Bovara e si poté iniziare. Il progetto e la direzione dei lavori furono affidati all’architetto Gerolamo Arganini (Valganna 1764-1839), allievo di Simone Cantoni, che elaborò una sistemazione in linea col gusto neoclassico allora imperante, con un piacevole e ben equilibrato gioco di archi, volte e vele che ancora oggi possiamo ammirare. Nel 1804 i lavori erano terminati, con una spesa di 16.077 lire.
Nel 1868, quando era parroco don Francesco Grossi, nipote dello scrittore Tommaso Grossi, fu aggiunto alla chiesa il locale poi detto “stanza nuova”, sul fianco meridionale, mentre l’anno dopo si provvide all’ingrandimento della sacrestia, rendendola più illuminata ed aerata e dotandola di un armadio, nonché di un passaggio alla “stanza nuova”. Nel 1870 il parroco fece restaurare l’organo della chiesa, che era stato costruito trentadue anni prima dalla ditta Adeodato Bossi di Bergamo. Nel 1881, su disegno dell’ingegnere Tiberio Sironi di Verano, fu fatta costruire, sul fianco nord della chiesa, la cappella dedicata a san Francesco, ora intitolata a san Giuseppe.
La prima metà del Novecento è stata fortemente segnata dalla lunga presenza di don Francesco De Capitani, che resse la parrocchia dal 1905 al 1945. Solo otto anni durò invece il ministero brioschese di don Gualberto Vigotti (1909-1987), ma quei pochi anni furono fondamentale per molti aspetti della vita parrocchiale, a partire dalla decisione di costruire la nuova chiesa. Dimostratasi da molti anni inadeguata alle nuove necessità della parrocchia e della popolazione brioschese, che contava ora circa 2200 abitanti, la vecchia chiesa venne parzialmente demolita nei primi mesi del 1951 e ricostruita su progetto dell’architetto seregnese Ottavio Cabiati (1889-1956), che prevedeva la conservazione dell’altare, dell’abside e della cupola (cioè il santuario vero e proprio dell’attuale chiesa, costruito nel 1803 con eleganti linee neoclassiche), e l’abbattimento della bassa navata, con le due cappelle, e della torre campanaria. La nuova navata sarebbe stata più lunga e più ampia. Durante la demolizione della vecchia navata fu ritrovato l’antico portale romanico, di notevole interesse storico e artistico, che con saggia decisione venne smontato e conservato, per essere poi ricostruito sul fianco meridionale della chiesa, dove è ancora oggi visibile.
I lavori richiesero alla parrocchia un notevole sforzo economico, in parte sostenuto dalla generosità delle famiglie Medici e Villa, ma procedettero speditamente, tanto che, tra il 4 e il 5 ottobre del 1952, la nuova chiesa di Briosco poteva essere solennemente consacrata dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster. Contemporaneamente venne abbattuta la vecchia canonica, costruendo la nuova in posizione più arretrata e guadagnando una buona area di terreno che formò l’attuale piazzetta.
Si deve a don Vigotti, appassionato di musica (fu lui a rianimare la corale e la banda), anche la collocazione nella chiesa di un nuovo organo, costruito dalla ditta Costamagna di Milano, completamente elettrico, donato da donna Nerina Medici Gigliucci e inaugurato il 4 giugno 1953.
Nel 1958, quando era parroco don Angelo Galbusera (1910-1973), fu costruito il nuovo campanile, progettato dal geometra brioschese Emilio Somaschini ed inaugurato il 4 ottobre 1959. Fu di don Angelo l'iniziativa di collocare le vetrate lungo la parte alta delle navate (1961-1961), di sistemare il nuovo altare postconciliare (1971), di far decorare le due cappelle della Madonna (1971) e del Crocifisso (1972), di dotare la chiesa di un impianto di riscaldamento, il primo della sua storia millenaria, e dell'impianto automatico per le campane (1959).
Anche don Gino Villa nel suo lunghissimo ministero brioschese (1973-2006) ha portato avanti molte iniziative, dedicando grandi attenzioni alla chiesa parrocchiale, continuamente abbellita e migliorata, dal rifacimento dell'altare alla sistemazione della cappella di San Giuseppe, dalla costruzione del pronao ai dipinti fatti eseguire sulle lunette ai lati dell'altare e sulla volta del pronao stesso. Sua anche l’idea di pavimentare e chiudere al traffico la piazzetta sul lato sud della chiesa, intervento effettuato durante il ministero di don Pierangelo Motta.
Recentissimi, infine (2020-2021), voluti da don Riccardo Castelli, il rifacimento del castello delle campane, il completo rinnovo dell’impianto di amplificazione e la realizzazione, qui come nelle altre due chiese parrocchiali, dell’impianto per la trasmissione in streaming delle funzioni religiose, intervento reso necessario dalle restrizioni imposte dall’emergenza Covid19.

(Testo di Domenico Flavio Ronzoni)

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La Comunità Pastorale San Vittore include le Parrocchie di Briosco, Capriano e Fornaci, all'interno del Decanato di Carate Brianza, nella Diocesi di Milano.

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